LE ALTRE di Rossana Rossanda
Conversazioni a Radiotre sui rapporti tra donne e politica, libertà, fraternità, uguaglianza, democrazia, fascismo, resistenza, stato, partito, rivoluzione, femminismo
Presentazione di Lidia Campagnano
“Così è successo che dal novembre del 1978 al febbraio del 1979 ho parlato da Radiotre tutti i martedì alle dieci, non senza affanno e con molte incertezze.
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Il tema che mi era stato proposto, la donna e la politica, potevo metterlo come volevo. E si poteva mettere in molti modi: chi sono e che fanno le donne politiche, in Italia o altrove, ieri o oggi; oppure come la politica ha visto le donne; oppure non le ha viste.
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Io ero quella più in difficoltà. Fin dall’adolescenza avevo rifiutato, anzi ero scappata da quella costruzione di secondo grado che è il “femminile”, visto da “lui” o visto da “lei” che fosse. Non che abbia mai dubitato che anche il resto del mondo, che le femministe chiamano “maschile” perché sono gli uomini a dominarlo e a dargli nome, non sia una costruzione largamente astratta, codificata, fatta di false coscienze, usi ed abusi della persona. Ma il codice di quella convenzione mi era noto, la sua chiave è la stessa della cultura; al limite sono la stessa cosa, prodotto di storia di interessi, poteri, lotte, modi di vedere che sono modi di comandare o di liberarsi.
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Neppure sapevo parlare, con le donne. Un uomo è in gran parte quel che fa, dice, pensa di essere, anche se per nessun uomo d’un certo spessore l’identità fila così liscia. Ma una donna? Parli sempre con qualcosa che le è stato fatto fare, pensare, dire, da pressioni dolci o acerbe; oppure la trovi ammutolita nella zona opaca di distanza che ne prende.
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Il punto da affrontare era obbligato: perché la politica non ha voluto le donne, perché oggi le donne non vogliono la politica, e se in questo doppio rifiuto non ci sia l’embrione sia d’una crisi sia d’una critica della politica, che diventi politica diversa.